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RUOLO CULTURALE

“Perchè è l’unico strumento di divertimento ed evasione”: ecco come i giovani italiani degli Anni Sessanta consideravano la musica, il beat, che accompagnava ogni attività della giornata (la sveglia, i pasti, le compere, il divertimento, i viaggi in macchina, l’amore, le gite in campagna, il sonno), trasmessa dalle radio (come Bandiera Gialla), dai giradischi, dai juke box. Grazie a questi mezzi di comunicazione, la musica beat divenne un fenomeno sociale, culturale, capace di veicolare messaggi di costume, di valori, di novità. Le canzoni, in quel periodo, erano scritte apposta per i giovani (come testimonia l’incipit della trasmissione Bandiera Gialla), e affrontavano tematiche sui problemi generazionali della nuova fascia giovanile nata nel dopoguerra, che attraversava un periodo di crisi e di carenza dei valori tradizionali del passato. La musica spesso non fu politicamente rilevante, ma comunicava messaggi di protesta rivoluzionaria, contribuendo a dare una personalità autonoma ai giovani, a farli riflettere sul loro status, sulla loro esistenza come individui di una collettività, cantando i loro problemi, stati d’animo, fornendo le basi per una coscienza contrapposta a quella dei genitori.

Il Beat rifletteva la volontà di liberazione dall’autorità degli adulti, di nuovi modi di comunicazione (tra cui quelli sessuali), di esplorazioni di se stessi senza censure.               

 

MODENA

 

Modena ha ricoperto un ruolo fondamentale nella diffusione di questo genere: gli artisti più di rilievo sono stati Francesco Guccini, Caterina Caselli, gli Equipe 84 e i Nomadi. Il ritrovo per eccellenza era il bar Grande Italia in Largo Porta Bologna dove i cantanti si allontanavano dall’esperienza politica proponendo una nuova alternativa culturale per i giovani, che vedeva una prospettiva più invitante della solita integrazione socio-professionale. Nel 65, alla controcultura del Beat, si aggiunge la “rivoluzione dei capelloni” (ovvero una protesta introdotta dalla musica), e in questo clima, i giovani vengono supportati e i loro pensieri diffusi tramite i giornali, quali la Gazzetta di Modena e Il resto del carlino. I nuovi valori proclamati dai neonati teenager, diversi e contrastanti quelli tradizionali portano alla nascita di un nuovo mercato destinato esclusivamente alla giovane generazione. 

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